lo scopo è quello di
costruire e mantenere una rete di persone che sentano di condividere un modus
vivendi più autentico e solidale rispetto a quello opportunista e bugiardo che
gioca con le stesse leggi nate e approvate per tutelare chiunque soprattutto i
più indifesi inutili inoffensivi indigenti in una parola DEBOLI.
QUALCHE ESEMPIO?
NEL WEB SE NE
INCONTRANO TANTI, TUTTI COLLEGATI DA LINK, PER CUI UNO TIRA L' ALTRO
per aspiranti suicidi:
l'isola
dei suicidi rimandati:
...e così, se mi arrendo, non
occorre che mi suicidi subito, ma mi favorisco la partenza (magari
virtuale) per un luogo isolato o quasi, dove trascorrere i propri
giorni, senza aspettative, lotte, successi garantiti, ma dove le
giornate passino al ritmo del sole e delle stagioni...nell' attesa di
cambiamenti, sviluppi oppure mera sopravvivenza... Non è forse questo
come un suicidio non cruento, con una porta d' uscita? Allora invito i
disperati, i perdenti, i confusi, i malinconici, i tarati, i traviati, i
brutti, i soli, i poveri, gli indigenti, i disabili, i sognatori, i
delusi, i mobbizzati, i pacifici, gli ingenui, i frustrati, i vecchi
dell' uno e dell' altro sesso, a ricorrere MAI al suicidio vero, ma all'
abbandono della lotta per l' affermazione, con la scelta della resa
tramite l' allontanamento verso un' isola, un luogo, una realtà dove
operare con le proprie forze migliori, insieme a chi come lui/lei
soffre, cose esistenziali simili alle sue!
Dedico questa proposta
virtuale a un quarantenne suicida per lavoro! Non da disoccupazione, ma
da disperazione per la perdita di stima in sè come operatore
finanziario.
Scala Per Il Paradiso (stairway
to Heaven)
C'è una signora che è sicura
che sia oro tutto quel che luccica
e sta comprando una scala per il
paradiso
quando vi arriverà sa
che se tutti i negozi sono chiusi
con una parola può ottenere ciò per
cui è venuta
e sta comprando una scala per il
paradiso
c'è una scritta sul muro
ma lei vuole essere sicura
perché, come tu sai, talvolta le
parole hanno due significati
su un albero vicino al ruscello
c'è un uccello che canta
talvolta tutti i nostri pensieri
sono sospetti
e questo mi stupisce
e questo mi stupisce
c'è una sensazione che provo
quando guardo a Ovest
e il mio spirito grida di andarsene
nei miei pensieri ho visto
anelli di fumo attraverso gli alberi
e le voci di coloro che stanno in
piedi ad osservare
oooh e questo mi stupisce
oooh e questo mi stupisce davvero
e si mormora che presto
se tutti noi intoniamo la melodia
il pifferaio* ci condurrà alla
ragione
e albeggerà un nuovo giorno
per coloro che aspettavano da lungo
tempo
e le foreste risponderanno con una
risata
e questo mi stupisce
Se c'è trambusto nella tua siepe
non ti allarmare
è solo la pulizia di primavera per
la festa di Maggio
sì, ci sono due strade che puoi
percorrere
ma a lungo andare
c'è sempre tempo per cambiare strada
e ciò mi fa stupore
la tua testa ti ronza e il ronzio
non se ne andrà
nel caso tu non lo sapessi
il pifferaio ti sta chiamando per
unirti a lui
signora cara, può sentire il vento
soffiare?
e sapeva
che la sua scala è costruita sul
vento mormorante?
e scendiamo in strada
le nostre ombre più grandi delle
nostre anime
là cammina una donna che noi tutti
conosciamo
che risplende di luce bianca e vuole
dimostrare
come qualsiasi cosa si tramuti in
oro
e se ascolti molto attentamente
alla fine la melodia verrà da te
quando tutti sono uno e uno è tutti
per essere una roccia e per non
rotolare via
e sta comprando una scala per il
paradiso
Note
*
"piper" nello slang inglese significava
"spacciatore". Si ignora se in questa
canzone si faccia riferimento a tale
accezione, può essere un doppio senso.
contro
tentazioni e contraddizioni del carattere, dell' indole e delle azioni,
propongo lo studio e la contemplazione di ciò che di meglio ha prodotto
il genio e l' impegno umano, per esempio il clavicembalo ben
temperato e le sue musiche, a dimostrazione che sia per inventiva, sia
per tecnica, sia per utilità, sia per condivisione, questa opera
ingentilisce, ma contemporaneamente rafforza e consolida l'anima e
l'impegno, proprio con la pratica e la riflessione del suo edificio
edificante!
Una delle cose che noi semplici appassionati di musica invidiamo a chi è
capace di suonare uno strumento, oltre alla padronanza del medesimo, è
la possibilità di esercitarsi su composizioni il cui solo ascolto per
noi rappresenta un piacere assoluto e una forma di nutrimento per lo
spirito. Chissà, viene da pensare, quali orizzonti si spalancheranno
davanti a chi sa comprendere i segreti tecnici che stanno dietro a
capolavori del genere, e magari perfino applicarli. Il patrimonio
musicale è ricco di opere di questo tipo, in particolare per chi suona
il pianoforte: si va dalle Sonate (relativamente) facili di Mozart agli
affascinanti Studi di Debussy, adatti per pianisti già abilissimi. Ma anche per quanto riguarda queste composizioni
"didattiche", come per svariati altri generi, la prima pietra
dell'edificio l'ha posta Johann Sebastian Bach, e non si
tratta di una pietruzza illusoria stile inaugurazione del ponte sullo
Stretto, bensì di un colossale basamento granitico su cui si appoggerà
un gran numero di opere successive. "Preludi e fughe
attraverso tutti i toni e semitoni, sia maggiori che minori, ad uso
della gioventù studiosa musicale, come a particolare ricreazione di
coloro che in questo studio sono già versati": così recita il
sottotitolo del primo libro del "Clavicembalo ben
temperato". Al di là delle implicazioni calcistiche dei
"Toni e semiToni" (quello attuale è un semiToni) e a parte il fatto che
a coloro che ne possono trarre "particolare ricreazione" vanno aggiunti
i puri ascoltatori come me, la definizione illustra già bene il
contenuto di questa monumentale raccolta di 24 preludi e altrettante
fughe. Si tratta della migliore dimostrazione
immaginabile delle proprietà e dei rapporti intercorrenti tra le dodici
note a disposizione di ogni musicista, e (per fortuna) anche di ogni
ascoltatore. Ai tempi di Bach la divisione della distanza
tra due note uguali ma di diversa altezza (l'ottava, da un do al do
successivo) in 12 intervalli uguali (i famosi semitoni) era già stata
teorizzata. Ma fu davvero immensa la sua capacità di rendere solari e
direttamente percepibili le simmetrie presenti in questo
cerchio, frutto di una partizione freddamente geometrica ma al tempo
stesso magico, curiosamente simile a quello che rappresenta
la volta celeste divisa secondo le 12 costellazioni dello Zodiaco. Si
parte dalla proprietà che consente di costruire su ognuno di questi
spicchi due tipi di scale (maggiore e minore) a seconda dell'ampiezza
degli intervalli successivi alla nota di base. Quindi, per ognuna delle 24 tonalità ottenute,
vengono esplorate prima (nel Preludio) le
potenzialità melodiche e poi (nella Fuga) quelle contrappuntistiche,
legate alla sovrapposizione di più temi che si intrecciano e si
accavallano in una specie di moto perpetuo che sembra tendere verso
l'infinito. La presenza di una fuga per ogni tonalità è l'ennesima conferma di quanto il contrappunto sia al
centro dell'arte di Bach, anche in lavori come questo, in
cui si tratta d'altro. Il saggio musicale per eccellenza sul
contrappunto sarà l'enigmatica e incompiuta
"Arte della fuga". Ben 48 tra preludi e fughe compongono questo
primo libro, già perfettamente completo dal punto di vista teorico, ma
Bach in tarda età troverà la forza di ripartire dal do maggiore e di
costruire sulle medesime basi un altro poderoso edificio, che è appunto
il secondo libro del "Clavicembalo ben temperato". Dato il loro numero
non è il caso di addentrarsi nella descrizione di ognuno di questi
preziosi pezzi di musica. Citiamo qua e là i più originali: il
Preludio n° 1 in do maggiore è senz'altro il più
famoso. Il suo inconfondibile tema, "ciclico" come il movimento di una
vite senza fine, è anche quello della cosiddetta
"Ave Maria di Bach-Gounod" (molto più di Bach che di Gounod,
direi); il n° 4 in do diesis minore e il
n° 8 in mi bemolle minore si fanno notare per la
loro estensione e soprattutto per le sublimi melodie, molto
malinconiche, il n° 9 in mi maggiore per il gentile
tono salottiero che annuncia l'ormai prossimo stile rococò, mentre il
n° 6 in re minore si esaurisce in un frullio di note
rapido come un batter d'ali; il n° 16 in sol minore
si apre con un trillo inquietante e prosegue non meno cupo.
Particolarmente gradevoli e "moderni" per
l'estrema dilatazione delle battute, con note staccate e
rarefatte che a tratti sembrano addirittura anticipare Satie, sono i Preludi n° 12 in fa minore e n° 22 in
si bemolle minore. Ho citato solo preludi, ma è
sottinteso che le fughe corrispondenti non sono
da meno: i limiti di fantasia imposti dalle rigorose regole
del contrappunto sono più che compensati dal
perfetto incastro tra i temi che si rincorrono come le onde del mare:
via via che uno si esaurisce ecco sopraggiungere, con forza rinnovata,
il successivo. Concepita nel '700 per il
clavicembalo,
antenato del pianoforte dal suono secco e metallico, quest'opera si è
dimostrata particolarmente adatta all'esecuzione per pianoforte, ma ciò
in effetti vale per tutte le composizioni per tastiera (e non solo) di
Bach. Ulteriore prova della loro attualità, o meglio della loro totale
atemporalità: si tratta di musica
assoluta, e quindi non riferibile ad una certa epoca. Con tutto il
rispetto per gli innumerevoli pianisti che si sono cimentati
nell'impresa, l'interpretazione di Glenn Gould ha
un qualcosa di unico non solo per la tecnica sopraffina (che
si dà per scontata nei grandi pianisti), ma soprattutto per come riesce
a conciliare fantasia e assoluta attenzione
all'aspetto contrappuntistico, che Gould (proprio come Bach)
considerava centrale nella sua concezione musicale. Soprattutto nelle
fughe si avverte che Gould si trova nel suo ambiente naturale: basta
sentire in che modo inconfondibile sottolinea l'ingresso di un nuovo
tema che va a coprire il precedente, con note perentorie e dai contorni
così precisi e marcati da dare la sensazione di avere una consistenza
solida. Dietro l'apparente naturalezza di queste esecuzioni in realtà è
nascosta la faticosa e quasi maniacale ricerca di
riprodurre fedelmente sul pianoforte il suono asciutto ed essenziale del
clavicembalo. Per far questo Glenn Gould passò anche
attraverso tentativi bizzarri, come la creazione di un pianoforte ibrido
("harpsipiano") rinforzato da puntine metalliche, ma ad un certo punto
si dovette convincere che la sua immensa abilità tecnica sarebbe stata
l'unico mezzo per poter suonare un pianoforte come se fosse un
clavicembalo, senza sfruttare o quasi gli effetti di risonanza. Una
misura di quanti sforzi abbia richiesto tutto ciò la danno le date delle
singole registrazioni di preludi e fughe: si va dal 1962 al 1965, e per
di più in ordine sparso, non di tonalità. Ma per quanto accidentata sia
stata la strada per ricomporre questo mosaico di 48 pezzi, il risultato finale dimostra senza ombra di dubbio
che ne valeva la pena
Do not forsake
me, oh my darlin'
On this, our weddin' day
Do not forsake me, oh my darlin'
Wait, wait along
From noon-day train we'll wait Frank Miller,
If I'm a man I must be brave
And I must face a devily killer,
Or lie a coward, a craven coward
Or lie a coward in my grave
Oh, to be torn 'tweenst love and duty
S'posin' I lose my fair-haired beauty
Look at that big hand move along
Nearin' high noon
He made a vow while in state prison
Vowed it would be my life or his'n
I'm not afraid of death but oh
What will I do if you leave me?
Do not forsake me, oh my darlin'
You made a promise when we wed
Do not forsake me oh my darling
Although you're grievin',
I can't be leaving,
Untill I'll shoot Frank Miller dead
Wait along,(wait along) wait along
Wait along, wait along
(Wait along, ,wait along, wait along, wait along)
DO NOT FORSAKE ME OH MY DARLING
ON THIS OUR WEDDING DAY
DO NOT FORSAKE ME OH MY DARLING
WAIT, WAIT ALONG
I DO NOT KNOW WHAT FATE AWAITS ME
I ONLY KNOW I MUST BE BRAVE
FOR I MUST FACE THE MAN WHO HATES ME
OR LIE A COWARD, A CRAVEN COWARD
OR LIE A COWARD IN MY GRAVE
OH TO BE TORN TWIXT LOVE AND DUTY
S'POSIN' I LOSE MY FAIR HAIRED BEAUTY
LOOK AT THAT BIG HAND MOVE ALONG
NEARING HIGH NOON
HE MADE A VOW WHILE IN STATES PRISON
VOWED IT WOULD BE MY LIFE OR HIS'N
IM NOT AFRAID OF DEATH BUT OH
WHAT SHELL I DO IF YOU LEAVE ME
DO NOT FORSAKE ME OH MY DARLING
YOU MADE THAT PROMISE AS A BRIDE
DO NOT FORSAKE ME OH MY DARLING
ALTHOUGH YOU'RE GRIEVING
DON'T THINK OF LEAVING
NOW THAT I NEED YOU BY MY SIDE
WAIT ALONG, WAIT ALONG, WAIT ALONG, WAIT ALONG
Non Mi Abbandonare (Do Not Forsake Me)
Amore amor se mi vuoi bene
Non mi lasciare mai
Percio' in quest'attimo fatale
No, non partir!
Non so il destino che mi attende,
Ma devo andarlo ad affrontar
Non vedi l'ansia che mi prende
Qualunque sia
La sorte mia
Tu non mi devi abbandonar!
Sento gia il tempo che cammina,
Sento che l'ora s'avvicina
E la gran mano del destino
Appar su nel ciel
Vado a ballar con la morte
Che del mio cuor sara piu' forte
Se nel frattempo tu mi lascerai
Resta qui, non partire.
Amore amor se mi vuoi bene,
Tu non mi devi abbandonar,
Amore amor se mi vuoi bene
Qualunque sia,
La sorte mia,
Tu non mi devi abbandonar
Resta qui, dolce amore,
Resta qui non partir
cosa collega queste
immagini, quest suoni, questi scritti a me?
non lo so per certo, ma la
sensazione è che le mie scelte di vita a queste suggestioni sono correlate!