L’asteroide 4179 Toutatis si avvicina a grande velocità: video e immagini della roccia spaziale
martedì 11 dicembre 2012,
13:55 di
Renato Sansone
L’asteroide 4179 Toutatis, una roccia spaziale di circa 5 chilometri di lunghezza, si sta avvicinando al nostro pianeta a grandevelocità.
Al suo massimo avvicinamento, che avverrà alle 7:40 di domattina, avrà una distanza di circa 6,9 milioni di chilometri, pari a 18 volte
la distanza che ci separa dalla Luna. Un passaggio ravvicinato in termini astronomici, vista la vastità dello spazio che ci circonda,
ma che non pone alcun pericolo per eventuali collisioni. Gli astronomi stanno approfittando dell’evento per saperne di più sulla sua orbita,
sulla forma e sulla topografia della roccia spaziale. In basso è possibile consultare alcune immagini catturate dal radar di Goldstone della NASA,
ubicato nel deserto del Mojave. Toutatis è uno dei più grandi asteroidi conosciuti potenzialmente pericolosi (PHA)
e la sua orbita è inclinata a meno di mezzo grado dalla Terra.
Nessun altro asteroide di queste dimensioni si muove intorno al Sole in un’orbita così complanare con la nostra.
Questo lo rende un obiettivo importante per gli studi dei ricercatori. Fortunatamente, è bene ribadirlo,
non vi è alcun pericolo d’impatto con il nostro pianeta,
anche perché se un corpo di queste dimensioni colpisse la Terra, causerebbe una catastrofe globale.
L’asteroide, il cui nome deriva da Toutatis, divinità della guerra, della fertilità e della ricchezza della mitologia celtica,
è stato scoperto nel 1989, quando era considerato una grave minaccia di estinzione per la vita sulla Terra.
Gli astronomi, dopo accurati calcoli, si accorsero che questa rappresentava soltanto una remota possibilità,
in quanto la forza gravitazionale della Terra e di Giove ne avrebbe allargato l’orbita nei successivi seicento anni.
Ed effettivamente, l’asteroide non rappresenta una minaccia nemmeno per i prossimi secoli.
GLI ASTEROIDI –
La maggior parte degli asteroidi orbita tra Marte e Giove, nella cosiddetta fascia principale.
All’inizio della vita del Sistema Solare, la polvere e le rocce si aggregarono formando i pianeti, grazie alla gravità del Sole.
Il pianeta più grande, Giove, non consentì però l’aggregazione di vari pezzi di roccia che andarono a costituire questa porzione di spazio.
La fascia principale si trova ad oltre due volte e mezzo la distanza della Terra dal Sole.
Essa contiene innumerevoli corpi rocciosi delle più svariate dimensioni. La maggior parte di essi sono relativamente piccoli,
delle dimensioni di massi e sino a qualche migliaio di metri di diametro, altri sono significativamente più grandi:
Cerere, 4 Vesta, 2 Pallas e 10 Hygiea,
misurano ad esempio oltre 400 chilometri.
Con un diametro di 950 chilometri, Cerere risulta essere circa un quarto rispetto alle dimensioni della nostra Luna.
Presenta una forma regolare, ma è troppo piccolo per essere considerato un vero e proprio pianeta,
per cui è considerato un pianeta nano. Tuttavia, costituisce da solo, circa un terzo della massa della cintura degli asteroidi.
Come detto, un tempo questa regione di spazio conteneva materiale sufficiente per formare un pianeta quasi quattro volte più grande della Terra.
La gravità di Giove non solo ha fermato la creazione del grande pianeta, ma ha anche spazzato la maggior parte del materiale.
Gran parte degli asteroidi nella fascia principale sono composti di roccia e pietra, ma una piccola parte di essi contengono metalli come ferro e nichel.
Alcuni di essi risultano completamente ghiacciati, e anche se non sono abbastanza grandi da poter conservare un’atmosfera,
ci sono prove che contengono acqua.
Molti di loro non possiedono una massa tale da consentire una forma sferica e di conseguenza appaiono irregolari,
ma ci sono delle eccezioni: l’asteroide 216 Kleopatra ad esempio, somiglia ad un osso di cane.
Nel 2007 la NASA ha lanciato la missione Dawn per visitare due dei più grandi corpi nella fascia principale:
Cerere e Vesta. La sonda ha raggiunto Vesta nel 2011 e dovrebbe raggiungere Cerere nel 2015,
svelandoci i segreti più nascosti di questi piccoli mondi.
La fascia principale degli asteroidi potrebbe non essere una caratteristica del nostro Sistema Solare,
e anzi, gli astronomi pensano che molti altri sistemi possano ospitarla.
Chissà, forse un giorno saremo in grado di osservarla.
Si ringrazia l’astrofisico Gianluca Masi per la concessione del materiale.